Tali formazioni sono agglomerati rocciosi, di probabile origine organogena dove si concentra una gran varietà di forme di vita animali e vegetali, che trovano un habitat ideale formando dei veri e propri "reef" naturali di dimensioni estremamente variabili, dai piccoli massi isolati fino a formazioni di centinaia di metri.
Le tegnùe più estese e meglio conosciute sono quelle che si trovano circa 3 miglia al largo di Chioggia.
Tra le forme di vita che si possono osservare in immersione troviamo spugne, ascidie e anemoni di varie forme e dimensioni, attaccate alle rocce tra le quali si aggirano piccoli paguri, mentre negli anfratti non è raro osservare astici e gronghi anche di notevoli dimensioni. Non mancano altri pesci tipici dell'ambiente roccioso, quali bavose, castagnole, sciarrani, scorfani e corvine, e si viene spesso circondati da banchi di piccoli merluzzi.
Il valore naturalistico di questo habitat è stato riconosciuto e protetto con l'istituzione, nell'agosto 2002, di una Zona di Tutela Biologica che ha introdotto il divieto di pesca. L'area protetta è stata promossa dal Comune di Chioggia, da Enti di ricerca ed Università, dalla Regione Veneto, dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, dalla Capitaneria di Porto, dalle associazioni dei pescatori e dagli operatori turistici.
Anche noi del 2000 Sub siamo stati tra i protagonisti attivi dell´operazione "Tegnùe di Chioggia": infatti abbiamo collaborato tempestivamente e attivamente nella creazione della riserva marina, grazie alla fiducia accordataci dall'associazione "Tegnùe di Chioggia Onlus", che ci ha affidato la creazione di un campo delimitato e segnalato da una boa, affinchè tutti possano ammirare il bellissimo mondo sommerso che anima le tegnùe, nel rispetto della salvaguardia di questo delicato ecosistema.
Si tratta di un complesso roccioso costituito da una serie di affioramenti allineati in direzione NE-SO che si estendono per un tratto di poco più di 50 metri. Le rocce più elevate raggiungono i 18 metri di profondità, mentre il fondale circostante supera i 21 metri. Il lato più ripido è quello rivolto a SE, ove si trova anche la boa di ormeggio. Dal punto di vista biologico si segnala una grande varietà di spugne, sia incrostanti sia erette. Le rocce, particolarmente ricche di anfratti e spaccature, possono offrire rifugio a numerosi pesci e crostacei.
La nostra boa faceva parte del campo numero 1, il più esteso, ed era contrassegnata dalla sigla T2 e dal nome della nostra associazione. Seguendo la cima di ormeggio si arriva ad un campo delimitato da evidenti indicazioni e fili di arianna, in modo che anche un sub principiante possa immergersi tranquillamente ed in piena sicurezza.