Quando un subacqueo si accinge ad effettuare un’immersione ha a disposizione due scelte. La prima è quella di immergersi con gli amici, di solito dalla riva, in maniera assolutamente autonoma: questa opzione è normalmente quella preferita al lago, più raramente al mare, ed implica l’ovvia assunzione di ogni rischio e responsabilità.
La seconda opzione, ormai diventata prassi comune, è invece quella di affidarsi a un diving center, dotato di guida subacquea e barca, per condurvi nei fondali più belli della località prescelta e darvi supporto in caso di problemi. Ma quali sono i vantaggi e le caratteristiche di un buon diving center? Ecco 10 domande e relative risposte riguardanti queste strutture.
Cosa sono?
Possono essere chiamati diving center, centri immersione o centri diving ma lo scopo è sempre lo stesso: accompagnarvi sott’acqua.
Dove si possono trovare?
Lungo le coste dei mari di tutto il mondo, per portarvi a visitare i fondali più belli in maniera sicura.
Come sono fatti?
Di solito dispongono di una struttura a terra e di una o più barche con le quali effettuare le immersioni.
Quali servizi offrono?
I migliori dovrebbero avere locali con spogliatoi, bagni e docce calde, imbarcazioni per gli spostamenti sul luogo d’immersione, attrezzature per il noleggio, kit di pronto soccorso, angoli relax ma soprattutto personale preparato, con una perfetta conoscenza del mare e dei fondali.
È possibile fare dei corsi?
Normalmente sì, spesso di ogni livello. State attenti però che, più del costo o della velocità nell’ottenimento di un brevetto, conta imparare. Diffidate quindi da chi vi propone il rilascio dell’open water dopo 3 giorni di corso (cosa che capitò anche a me tanti anni fa!).
Qual è il servizio minimo da pretendere?
Professionalità, sicurezza, noleggio bombola e pesi compresi nel prezzo, accompagnamento sul luogo d’immersione e, si spera, una brava guida sott’acqua, attenta alle vostre necessità.
Quanto costa?
In Italia generalmente 35/40€ circa. All’estero cifre variabili tra i 20 e i 100€, a seconda dei servizi offerti e della località. È chiaro che se vi immergete con gli squali oppure in grotta, non dovete badare al prezzo ma alla sicurezza.
Come sono le imbarcazioni?
Di ogni tipo. Dal barchino a bilanciere al Dhoni maldiviano, dagli immancabili gommoni fino alle barche da full day o addirittura da crociera. Qualcuna sarebbe meglio definirla “relitto” ma la maggior parte sono perfette per il loro scopo.
Quando presi il mio primo brevetto, uscimmo con un’imbarcazione di legno e il mare così grosso che persino istruttore e guida si sentirono male. Durante un’onda particolarmente forte poi, mi aggrappai ad una struttura e rischiai di finire in acqua perché si era staccato un pezzo di legno lungo 20 cm, ormai marcio. Fu l’unica volta nella mia vita in cui feci finta di niente, gettando il pezzo in mare, mentre lo volevo tirare in testa al capitano.
Dovevo pagare io per quella zattera infame che durante l’inverno affondò nel Mar Ligure? In più, con quale coscienza porti fuori quattro persone che si devono brevettare con un mare simile? La struttura esiste ancora ma il diving oggi è completamente cambiato, è altamente professionale e con un’ottima barca. Anche i proprietari, ovviamente, sono diversi.
Qual è lo spirito nei diving?
Di solito fantastico. Sono centri di aggregazione di persone diversissime accomunate dalla medesima passione, con l’unico desiderio di divertirsi un sacco e portare la pelle a casa. Fai amicizia con persone di livello sociale, esperienze e cultura così diverse, che sarebbe difficile comunicare altrimenti. E spesso chi ci lavora fa di tutto per farti sentire bene, protetto, come in un gruppo di amici.
Quindi tutti eccezionali?
No. Qualcuno lo è sicuramente, altri sono molto buoni, ma per fortuna solo alcuni fanno acqua da tutte le parti. Non è facile distinguere questi ultimi prima di averli provati. L’esperienza ti aiuta, come osservare la struttura, la pulizia, la barca e fare semplici domande. Non basatevi mai sul prezzo, la simpatia o le apparenze perché possono trarre in inganno.
Un esempio: anni fa ero a Fuerteventura (Isole Canarie), nell’Oceano Atlantico, con il quale non si scherza mai. Vicino all’hotel un diving di inglesi, simpaticissimi, belli, giovani e professionali. Tutti molto gasati, descrivevano esperienze mirabolanti. Durante i preparativi per la prima immersione, una guida mi prende in giro di fronte a tutti perché ho la frusta del secondo stadio molto lunga, acquistata dopo un corso di immersioni in grotta. “Italiano, lazo!”, grida la guida, facendo il gesto di roteare come un cowboy la frusta del mio erogatore, nell’ilarità generale degli inglesi presenti. Che simpatia.
Arriviamo al gommone, che sembra uscito da un film sui Navy Seals o i SAS britannici, scomodissimo, senza scaletta né bombola dell’ossigeno. Scendiamo sott’acqua e le due guide perdono rispettivamente l’orientamento sul fondale, un subacqueo e il gommone sopra di noi. Risaliamo in libera in un mare che sta montando con onde lunghe, alte quasi due metri. Nel giro di tre minuti siamo sparsi in un’area grande come un campo da calcio, poi sempre più grande. Ci mettono un’eternità a recuperare tutti e a farci salire sul gommone senza scaletta e con un mare del genere. Al ritorno non rideva più nessuno.
Italiano, pizza, lazo e mandolino? Ma fatemi il piacere. Il giorno dopo mi sposto di qualche chilometro e trovo un diving gestito da un belga e un tedesco bravissimi e grandi conoscitori dei fondali che mi permettono di effettuare delle immersioni meravigliose e inaspettate.
Come fare la scelta giusta?
Difficile. Pochi consigli: affidatevi sempre a quelli che sembrano più professionali, diffidate dei grupponi da 25 subacquei e imparate ad essere autonomi, per trarvi d’impaccio in caso di problemi.
Articolo di Paolo Ponga, Liguria Nautica