Presentata l’attività mirata al recupero delle reti da pesca abbandonate sul fondo del mare, anche in aree di particolare pregio ambientale. Sono un rischio per la sopravvivenza della flora marina e per la sicurezza dei subacquei
La Guardia Costiera ha presentato a Fiumicino l’Operazione “Reti fantasma”. Si tratta di un fenomeno che ha assunto dimensioni importanti con la crescita della flotta nazionale di pescherecci e l’impiego di attrezzi da pesca realizzati industrialmente e in materiale sintetico. Negli ultimi anni accade sempre più spesso che queste reti, se non utilizzabili, siano abbandonate volontariamente (talvolta accidentalmente), sul fondo del mare.
I danni delle reti fantasma sono procurati dall’oggetto fisico “rete”, che una volta sul fondo è da considerarsi al pari di un rifiuto plastico non degradabile ma anche dall’attività di pesca passiva che la rete continua indiscriminatamente ad attuare sui fondali marini e dall’incidenza della rete sul processo di cambiamento dei fenomeni naturali, sia nel punto dove le reti risultano appoggiate che nelle aree circostanti. Di minor frequenza, ma non di minor impatto, l’abbandono di reti pelagiche che, una volta lasciate alla deriva, diventano trappole per tartarughe, uccelli marini e mammiferi acquatici.
Inoltre queste reti rappresentano un rischio per la sicurezza dei subacquei. In relazione al luogo di posizionamento delle suddette reti e al relativo risk assessment, volto ad individuare le aree di maggior pericolosità per l’habitat marino, il Comando Generale della Guardia Costiera avvierà una campagna nazionale mirata al recupero delle “Reti Fantasma” con l’impiego della componente operativa del Corpo e, in particolar modo, di quella Subacquea dislocata sul territorio nazionale (San Benedetto del Tronto, Napoli, Messina, Cagliari e Genova).
Si procederà inizialmente con la raccolta di informazioni attraverso i comandi territoriali, in collaborazione con le categorie professionali operanti sul mare e le associazioni ambientaliste, per acquisire una mappatura generale circa la presenza delle reti fantasma lungo le coste italiane, per poi procedere alla rimozione.
Nel 2018 i cinque Nuclei Sub della Guardia Costiera, durante la normale attività operativa, hanno recuperato 3.500 kg di reti abbandonate. La professionalità raggiunta negli anni, le competenze tecniche e la sensibilità ambientale degli operatori subacquei della Guardia Costiera, hanno permesso di perfezionare le tecniche per il recupero di reti fantasma ed effettuare le operazioni di rimozione.
Le attività di recupero delle reti fantasma vengono effettuate spesso su segnalazione di subacquei ricreativi o di associazioni ambientaliste che si offrono volontarie per la rimozione. In queste operazioni è fondamentale il coordinamento dei subacquei della Guardia Costiera che, oltre all’attività di rimozione, svolgono una fondamentale attività di coordinamento dei volontari che vengono informati e sensibilizzati sulle azioni necessarie a rimuovere le reti, preservando l’ecosistema marino e garantendo la sicurezza dei subacquei.
Fonte: Articolo di Giuseppe Orrù, Liguria Nautica